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San Vincenzo CHE COS'E'?
L'associazione nasce nel 1617 in Francia per opera di San Vincenzo de Paoli, che ha la straordinaria intuizione di organizzare in modo efficace l'aiuto ai poveri; riunisce i primi volontari, in prevalenza donne, in gruppi strutturati che egli chiama "Charités" (Carità), ne redige il regolamento, i compiti, le cariche; prevede riunioni periodiche per coordinare il lavoro di assistenza e per formare le componenti dei gruppi. Proseguendo nel suo progetto iniziale, Vincenzo fonda la "Congregazione della Missione" formata da preti che hanno il compito di annunciare la missione di servire Dio nei poveri; segue dopo qualche anno la fondazione della Compagnia delle suore "Figlie della Carità" (F.d.C.) con l'appoggio e sotto la direzione di Luisa de Marillac, che avranno il compito di servire i poveri, di sostenere ed aiutare le volontarie, garantendo così la continuità dei gruppi caritativi. Nel XX secolo, il profondo cambiamento delle problematiche sociali, lo spirito di rinnovamento post-conciliare e l'estesa diffusione di tutta l'Associazione nel mondo ne rendono necessari una riorganizzazione ed un aggiornamento a livello internazionale. Nel 1971 nasce così l'AIC (Associazione Internazionale delle Carità) che mantiene la continuità, i principi ed i valori di quei primi gruppi fondati da San Vincenzo, coordinandone le linee operative. In Italia l'Associazione prende il nome di Gruppi di Volontariato Vincenziano (GVV) – AIC Italia I GVV a Milano Il 19 novembre 1857 fu fondata a Milano la "Compagnia delle Dame della Carità di San Vincenzo de Paoli", con lo scopo di creare, con la collaborazione delle Figlie della Carità, un luogo vincenziano di accoglienza nel cuore stesso di un quartiere molto popoloso e povero. Fondò quindi, presso la parrocchia di San Simpliciano, la prima "Casa di Misericordia" dove, nel 1866, organizzò, a fianco dell’assistenza domiciliare, anche la distribuzione quotidiana di minestre. E lo stesso fece nelle altre "Misericordie" che via via vennero aperte in altri quartieri sempre più periferici, per offrire risposte efficaci ai bisogni emergenti. Nel corso delle tumultuose vicende storiche - due guerre, i bombardamenti e la ricostruzione, il difficile dopoguerra, i profondi cambiamenti sociali, con l'aggravarsi delle povertà tradizionali e il sorgere di nuove povertà, la contestazione, gli anni di piombo, la presenza in città di immigrati, dai meridionali di ieri agli extracomunitari di oggi - le "dame" cercarono sempre di mantenere intatto lo spirito del progetto vincenziano di evangelizzazione, servizio e promozione dei poveri, e corrispondere allo stesso tempo ai cambiamenti culturali e sociali. Per questo esse si sforzarono, anno dopo anno, di aggiornarsi nella riflessione, nella formazione e nello stile d'intervento, sino a creare dei centri d'ascolto, dei servizi mirati e dei "Centri Vincenziani di Servizio Sociale". E, col mutare delle sensibilità, anche il lessico usato dovette aggiornarsi: le "dame" si chiamarono "volontarie", le "Misericordie" furono dette "Centri vincenziani", e l'associazione stessa prese il nome di "Gruppi di Volontariato Vincenziano" (GVV).